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Archive for the ‘Strumenti di ricerca sulla Gelosia’ Category

ELABORAZIONE DI UN MODELLO PER LO STUDIO DELLA GELOSIA MORBOSA E COSTRUZIONE DEL RELATIVO STRUMENTO DI MISURA

Carla Dazzi*, Luigi Pedrabissi**, Alberto Corso, Francesca Tacconi

*Dipartimento di Psicologia Generale

**Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, Università di Padova

La gelosia è un’esperienza comune e pressoché ubiquitaria che, in alcuni soggetti, può assumere connotazioni di tipo patologico. Il termine “morbosa” viene di solito utilizzato per descrivere queste condizioni anormali o estreme. Nonostante la rilevanza dell’argomento, la letteratura su questo tema è scarsa, i dati empirici sono frammentari e i confini tra “passione amorosa” e patologia rimangono molto labili.

Secondo una recente classificazione proposta da Lorenzi (Lorenzi e Ardito, 1997) nell’ambito della gelosia patologica possiamo individuare tre diverse declinazioni del fenomeno:

Idea prevalente (Iperestesia gelosa).

Idea ossessiva (gelosia ossessiva).

Idea delirante (gelosia delirante o sindrome di Otello).

Il modello da noi adottato si propone di comprendere le dinamiche della gelosia morbosa non psicotica.

Definiamo la gelosia morbosa come un complesso emozionale multidimensionale, collegato al sospetto infondato di potenziali “rivali” e alla paura di perdere il partner che si manifesta mediante risposte relative ai domini cognitivo, emotivo e comportamentale (Tarrier, Beckett, Harwood & Bishay, 1990). I sospetti concernenti la fedeltà del partner non necessitano di un’evidenza attendibile per essere elicitati e mantenuti, ma nascono da pensieri irrazionali e infondati. La persona che sperimenta questi pensieri irrazionali reagisce ai pensieri stessi e non alla reale contingenza dei fatti. Di conseguenza le reazioni che ne derivano possono essere generalizzati a diverse situazioni, momenti e “rivali”. Quando questo succede le ruminazioni di gelosia, gli sconvolgimenti emozionali e gli eccessi comportamentali hanno gravi ripercussioni sulla vita del soggetto e sull’armonia della coppia. Per contrasto riteniamo che la gelosia normale sia: basata sulla realtà; specifica al partner, all’evento o al “rivale”; transitoria; inoltre è il comportamento del partner, e non la gelosia stessa, ad essere visto come problematico.

Lo scopo del presente lavoro è quello di elaborare un modello utile alla costruzione di uno strumento per l’assessment della gelosia morbosa. La formulazione che proponiamo è di tipo cognitivo-comportamentale e può essere assimilabile a quella proposta da Beck negli studi sulla depressione (Beck et al, 1979). Crediamo infatti che i soggetti in questione, a causa di un’interazione di fattori culturali, esperenziali e di personalità abbiano sviluppato uno schema cognitivo, basato su assunzioni erronee, che li porta a compiere distorsioni sistematiche nell’interpretazione degli eventi. Comportamenti neutrali del partner possono così essere percepiti come una minaccia alla relazione o come un’evidenza di infedeltà. Questi errori nei processi cognitivi ed inferenziali portano ad eccessive reazioni emozionali e comportamentali con gravi ripercussioni sul normale funzionamento dell’individuo e della coppia.

Sulla base di questo approccio (Bishay, Tarrier et al., 1996) abbiamo elaborato un test multidimensionale costituito da 64 item suddivisi in diverse sezioni. Anche altri autori (Pfeiffer & Wrong, 1989. Dolan & Bishay, 1996) avevano sottolineato l’importanza di creare uno strumento in grado di valutare i diversi aspetti cognitivi, emozionali e comportamentali che caratterizzano il vissuto di gelosia.

Lo strumento è strutturato in quattro sezioni.

Prima sezione

(a) Scala cognitiva (15 item): ai soggetti viene chiesto di valutare, su di una scala tipo Likert a 4 punti, la frequenza di assunzioni/pensieri erronei concernenti il comportamento, l’attrattiva sessuale e la minaccia percepita; (b) Scala cognitiva (5 item): valuta la tendenza ad interpretare in maniera distorta 5 brevi situazioni di per se neutrali. Il soggetto deve scegliere tra 3 alternative di risposta (interpretazione neutrale, minaccia percepita, estremi di un pensiero di gelosia)

Seconda sezione

Scala emozionale (18 item): valuta l’intensità delle emozioni sperimentate dal soggetto di fronte ad un’ipotetica situazione di minaccia alla relazione. Gli item rilevano, in accordo con quanto sostenuto da Sharpsteen (Sharpsteen, 1993, 1997) quelle che vengono considerate le 3 emozioni base della gelosia: paura, tristezza e rabbia.

Terza sezione

Scala comportamentale (17 item): ai soggetti viene chiesto di valutare la frequenza con cui si manifestano comportamenti investigativi e di conferma, comportamenti aggressivi contro il partner e/o potenziali “rivali”, comportamenti di evitamento.

Quarta sezione

Scala che valuta la frequenza con cui le ruminazioni di gelosia si ripercuotono sulla vita del geloso e sull’armonia della coppia (9 item).

Lo strumento è stato somministrato ad un gruppo pilota che non ha mai ricorso a consulenze di tipo psicologico o psichiatrico, al fine di verificare la chiarezza e la comprensibilità (intesa come non equivocità semantica e concettuale) nella formulazione degli item. Un gruppo di esperti ha valutato, inoltre, la validità di contenuto dello strumento (Lawshe, 1975).

Il questionario è stato successivamente somministrato ad un adeguato gruppo campione di normodotati e di soggetti frequentanti centri di consultori, di terapia della coppia o che semplicemente si erano rivolti a psicoterapeuti privati.

I dati sono stati sottoposti ad analisi fattoriale esplorativa e confermativa (Lisrel8, Jöreskog e Sörbom, 1993) per verificare la validità di costrutto dello strumento. L’omogeneità interna alle singole scale di cui è composto è stata controllata attraverso l’alpha di Crombach.

Ulteriori sviluppi della ricerca sono nella direzione di una taratura italiana dello strumento e di un suo utilizzo in ambito psicodiagnostico.

Riferimenti bibliografici

Beck, A.T., Rush, A.J., Shaw, B.F., & Emery, G. (1979). Cognitive therapy for depression. New York: Guilford Press.

Bishay, N.,Tarrier, N., Dolan, M., Beckett, R., & Harwood, S.(1996). Morbid jealousy: A cognitive outlook. Journal of Cognitive Psychotherapy: An International Quarterly, 10 (1), 9-22.

Dolan, M. & Bishay, R. (1996). The role of the sexual behaviour/attractiveness schema in morbid jealousy. Journal of Cognitive Psychotherapy: An International Quarterly, Vol.10 (1), 41-61.

Lawshe, C. H. (1975). A quantitative approach to content validity, Personnel Psychology, 28, 563-575.

Lorenzi, P., Ardito, M. (1997). La gelosia patologica e le sue espressioni cliniche. Rivista di Psichiatria, Vol.32 (3), 101-106.

Pfeiffer, S.M. & Wong, P.T.P. (1989). Multidimensional jealousy.Journal of Social and Personal Relationships , Vol.6, 181-196.

Sharpsteen, D.J. & Kirkpatric, L.A. (1997). Romantic jealousy and adult romantic attachment. Journal of Personality and Social Psychology, Vol.72 (3), 627-640.

Sharpsteen, D.J. (1993). Romantic jealousy as an emotion concept: a prototype analysis. Journal of Social and Personal Relationships, Vol.10, 69-82.

Tarrier, N., Beckett, R., Harwood, S., & Bishay, N. (1990). Morbid jealousy: A review of literature and a cognitive behavioural formulation. British Journal of Psichiatry, 157, 319-326.

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